Emile Zolà – Al paradiso delle Signore

4,90€ –  Newton&Compton

“Abbiate dalla vostra le donne”, disse a voce bassa al barone, ridendo audacemente, “e venderete il mondo”.

Emilie Zolà - Al paradiso delle signore Libreria Rinascita Sesto Fiorentino F

inita la fiction, inizia il libro. Sbirciare il romanzo di Emile Zola da cui è stata tratta è risultato irresistibile per i più curiosi (come me) che speravano anche in qualche anticipazione sul finale (invano, lo premetto). Tutti abbiamo imparato a conoscere Teresa, ci siamo trovati ad indagare sul signor Mori, siamo stati conquistati dal Conti, abbiamo guardato con interesse le vite delle Veneri del Paradiso e sbirciato i suoi clienti, nella Milano degli anni ’50. Con Zola, siamo a Parigi, la città della moda e dell’amore. Il periodo è lo stesso, i personaggi no. Denise è la protagonista, diametralmente opposta a Teresa: timida, remissiva, dolcissima ma risoluta nelle decisioni che prende. Ha due fratelli, Jean (il Mario italiano) e il piccolo Pepè. Mouret è il signor Mori, personaggio che assorbe in sé anche le caratteristiche del dottor Conti della fiction: arrivista, determinato, seduttore e Don Giovanni, crede di poter usare le donne a suo piacimento, per i suoi scopi e guadagni. Attorno a queste due figure principali, abbiamo una rosa di personaggi minori, poco esplorati, quali le clienti del Paradiso, gli zii di Denise, le amanti di Mouriet, le commesse della boutique.

“ – Guardate che si vendicheranno –

* Chi? – domandò Mouret.

* Chi? Le donne! (…) Si vendicheranno… ce ne sarà una che le vendicherà tutte; prima o poi deve finire così -”

Questa sinistra profezia, ripetuta a Mouriet più volte nel corso della narrazione, si avvererà con la dolcissima Denise, dapprima assunta per compassione e poi ascesa ai vertici del proprio reparto grazie alle competenze che dimostra di possedere. Vessata da tutti, derisa per le sue origini contadine, risponde con la fermezza del silenzio, rifiutando lo scoraggiamento. Riesce a non essere corrotta da quel mondo di trine e pizzi, di chiacchiere e lusso, rimanendo semplice e candida. E con la stessa semplicità si insinuerà nel cuore del bel Mouriet, vacillante per la prima volta dinanzi alla profondità dei suoi sentimenti.

Lo stile curato e preciso ci proietta direttamente fra i tantissimi reparti del Paradiso delle Signore, fra stoffe preziose, tappeti persiani, splendidi ricami. Ridondante, ripetitivo a volte, in descrizioni già affrontate e molto simili fra loro: l’impressione è che sia mancato un lavoro di labor limae, di revisione del superfluo. La storia è piacevole, i dialoghi ben strutturati e facilmente ci affezioniamo ai protagonisti. Il finale, forse scontato, lascia comunque insoddisfatti per la fretta con cui sembra sia stato scritto. Lettura disimpegnata, consigliata a chi vuole passare qualche ora in Paradiso (ma sentirete la mancanza della fiction Rai!).

E in quell’ora suprema, in mezza a quell’atmosfera ardente, le donne imperavano: avevano preso d’assalto i magazzini e vi si accampavano come in terra conquistata, quasi un’orda invadente fermatasi tra la rovina delle merci. I commessi, sbalorditi, rotti dalla fatica, erano in loro balia ed esse comandavano con tirannia da sovrane. (…) Tutte con la testa alta, i gesti violenti, sembravano in casa loro, senza nessun riguardo l’una per l’altra, giovandosi del magazzino più che potevano, da furibonde.

Potrebbe piacerti anche...

  • Non ci sono libri simili a questo