Paolo Giordano – IL NERO E L’ARGENTO
15,00€ – Einaudi
Consigliato da Stefania
Il terzo romanzo di Paolo Giordano (dopo “La solitudine dei numeri primi” e “Il corpo umano”) narra in prima persona la vita di un uomo, sposato con Nora, padre di Emanuele e datore di lavoro della signora A., detta anche Babette, governante e bambinaia, che si prende cura della coppia prima e della famiglia poi. Tutto sembra procedere a meraviglia fino a quando la signora A., dopo anni di fedele servizio, che hanno finito col generare una complicità molto vicina all’amicizia, si licenzia per motivi di salute. Così un’assenza teoricamente rimediabile con una sostituzione, genera invece una sorta di terremoto nelle dinamiche familiari. Per Nora e il marito arriva il momento di fare i conti con il futuro, con il tempo che insinua dubbi e trascorrendo porta alla perdita. Giordano, utilizzando questa famiglia, ci racconta l’amore e i rapporti attraverso i piccoli gesti, le inclinazioni, i momenti di contrasto, narrando la quotidianità che può essere anche dolorosa, ma che lascia indovinare spazi di azzurro, parentesi d’amore condensate in poche righe, senza concessioni al sentimentalismo. Un’opera struggente dove l’amore insegna che dall’amore si può imparare.
Il giorno del mio trentacinquesimo compleanno la signora A. ha rinunciato d’un tratto all’ostinazione che la caratterizzava ai miei occhi più di ogni altra qualità e, già composta in un letto che ormai pareva smisurato per il suo corpo, ha infine abbandonato il mondo che conosciamo.
Questa è la storia di un amore giovane. Di una coppia felice e inesperta, spaventata di scoprire, giorno dopo giorno, le molteplici forme dell’abbandono. Perché anche le famiglie possono soffrire di solitudine, proprio come le persone. Ad accudire in silenzio tutte le incertezze, oltre a prendersi cura del loro bambino, ci ha sempre pensato la signora A. Per questo, quando arriva un male a portarsela via, si spalanca in casa un vuoto improvviso. Nora e suo marito devono ancora accorgersi che il coraggio della signora A., ormai, appartiene anche a loro.È dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. Giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. Come Nora e suo marito. Ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all’aria di fuori. «A lungo andare ogni amore ha bisogno di qualcuno che lo veda e riconosca, che lo avvalori, altrimenti rischia di essere scambiato per un malinteso». È cosí che la signora A., nell’attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode di una relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. Con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l’appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile. «La signora A. era la sola vera testimone dell’impresa che compivamo giorno dopo giorno, la sola testimone del legame che ci univa. Senza il suo sguardo ci sentivamo in pericolo». Ci sono molti modi per raccontare una storia d’amore. Paolo Giordano ha scelto la via piú sensibile: registrare come un sismografo le scosse del quotidiano, gli slanci e i dolori, l’incapacità e il desiderio. Solo un piccolo naufragio, il primo fra i tanti che una coppia si troverà ad affrontare.